Descrizione
Il volume ricostruisce la breve ma intensa stagione futurista di Giannetto Malmerendi (Faenza, 1893 – Cesena, 1968) attraverso vari contributi, dalla voce autorevole di Enrico Crispolti alle testimonianze raccontate dal figlio dell’artista. Alla base di quell’esperienza c’è la folgorazione per l’opera di Umberto Boccioni che nel 1914 riconosce le qualità dell’artista e ne avalla l’inserimento nel Movimento. Il richiamo alle armi di Malmerendi a Verona sotto l’Arma del Genio, porta spesso i due artisti ad incrociarsi ma ad incontrarsi mai. Dalla città scaligera, dove frequenta il Cenacolo di Antonio Veronesi, Malmerendi si sposta sui fronti di guerra in Trentino per effettuare rilievi di opere di difesa, documentate in uno scritto autobiografico illustrato con sue incisioni. Informato della morte di Boccioni tornando da uno di quei rilievi, nell’agosto del 1916, raggiunge l’amico sul feretro appena seppellito, per un ultimo saluto. In relazione all’importante patrimonio di opere e alle carte Malmerendi conservate al Mart, il volume rivolge uno sguardo anche alla poliedrica produzione che l’artista avvia dopo la fine della Grande Guerra, in particolare nel campo della xilografia e della maiolica.